LA CARBOSSITERAPIA

La Carbossiterapia consiste nell’utilizzo di anidride carbonica medicale (CO2) a scopi curativi, somministrata per via sottocutanea e intradermica mediante inoculazioni.
È un trattamento che può essere praticato solo da personale medico.
La terapia consiste in microiniezioni localizzate di anidride carbonica medicale somministrata tramite un minuscolo ago inserito su un tubo sterile usa e getta collegato a Venusian CO2 Therapy.
È l’unica tecnologia in grado di garantire un’erogazione controllata, sterile e personalizzata, riconosciuta dai Ministeri della Salute nella Comunità Europea.
Il trattamento è sicuro per il paziente, poiché l’anidride carbonica è atossica e non provoca embolia ed è compatibile con l’organismo umano che la produce costantemente e la elimina tramite il sistema venoso per via polmonare.
Il dispositivo Venusian CO2 therapy amministra un flusso regolato di anidride carbonica medica attraverso micro-iniezioni sottocutanee.
Grazie alla sofisticata tecnologia utilizzata è possibile preriscaldare l’anidride carbonica fino a 42°C prima che venga iniettata nella pelle, il che si traduce in una notevole riduzione della sensazione di dolore e/o bruciore avvertita dal cliente.

DOVE AGISCE

Studi e ricerche cliniche universitarie hanno dimostrato che l’utilizzo di anidride carbonica per via iniettiva ha effetto:

° sul microcircolo, dove riapre per effetto meccanico i capillari chiusi, riattiva quelli malfunzionanti e aumenta la percentuale di ossigeno nei tessuti migliorando lo stato di patologie quali PEFS e acrocianosi, sino ad ulcere di varia natura;

° sul tessuto adiposo, dove rompendo le membrane delle cellule adipose (effetto lipoclasico) riduce gli accumuli di grasso;

° sulla cute, dove oltre ad aumentare la percentuale di ossigeno nei tessuti migliorando l’elasticità cutanea, induce un ringiovanimento del derma.

 

     LE APPLICAZIONI DELLA CARBOSSITERAPIA

La carbossiterapia trova applicazione in svariati campi della medicina:

MEDICINA ESTETICA

Cellulite:
Nella cellulite, il ruolo più importante è svolto sia dall’alterazione del microcircolo, sia da alterazioni istomorfologiche (aggregazioni in micro e macro noduli degli adipociti e formazione di setti fibrosi).
L’azione della CO2 è caratterizzata dalla vasodilatazione di arteriole e metarteriole nelle zone trattate.
Questo comporta un aumento della velocità del flusso ematico tessutale e un aumento dell’entità del letto vascolare della microcircolazione tessutale (vasodilatazione o pseudoangiogenesi) che, grazie all’effetto Bohr, si concretizza in un incremento elevatissimo della quantità di ossigeno nei tessuti.
Grazie a questi fenomeni si assiste ad una riattivazione dei tessuti colpiti da cellulite che in seguito al trattamento avranno benefici in termini di aspetto visivo, tattile e strutturale e vedranno una distensione ed una riduzione dei setti fibrosi.
Tutti questi effetti portano ad una riduzione della sensazione di dolore che si prova al tatto, una riduzione degli avvallamenti e della pelle a “buccia d’arancia” oltre che ad un ripristino delle funzionalità del tessuto.

Adiposità localizzata:
Il trattamento di carbossiterapia agisce sul tessuto adiposo contemporaneamente con due azioni differenti.
Tramite azione diretta causa un danno alle pareti cellulari degli adipociti, senza danneggiare il tessuto connettivo, i vasi e le strutture nervose.
La rottura della membrana costituisce un effetto lipoclasico che porta ad un’effettiva riduzione degli accumuli adiposi localizzati.
In maniera indiretta invece, una maggiore velocità del flusso circolatorio permette, grazie all’aumentata biodisponibilità di ossigeno, di stimolare e favorire il fenomeno di lipolisi.
I risultati ottenibili sono quindi di grande rilevanza in termini di riduzione volumetrica delle adiposità.


Rilassamento cutaneo e anti ageing:
Il trattamento con carbossiterapia, provoca un aumento della percentuale di ossigeno nei tessuti, azione che migliora fortemente l’elasticità dei tessuti e favorisce il ringiovanimento del derma.
Il trattamento inoltre, agisce stimolando il fibroblasto, favorendo gli scambi metabolici nella matrice extracellulare e con azione meccanica di scollamento.

Alopecia e diradamento:
La nuova tecnica contro la calvizie è indicata nell’alopecia androgenetica, sia maschile che femminile.
(colpisce il 50% delle donne in menopausa, un elevato numero di donne in età fertile affette per esempio da sindrome dell’ovaio policistico).
L’alopecia androgenetica è caratterizzata da una caduta di capelli lenta, quasi impercettibile, soprattutto su fronte, tempie e zona superiore del corpo, dovuta principalmente all’azione degli ormoni androgeni.
La perdita e l’assottigliamento dei capelli, sono causati da una combinazione di fattori, inclusa la predisposizione genetica e una cattiva circolazione a livello dello scalpo.
E’ stata provata l’efficacia della carbossiterapia nell’aiutare ad invertire questo trend, grazie alla stimolazione delle cellule staminali della papilla dermica del follicolo del capello, nonché tramite un miglioramento della circolazione sanguigna locale grazie alla vasodilatazione indotta dal gas che consente di avere una maggiore disponibilità di ossigeno nei tessuti.
Si ricorda inoltre l’azione benefica della carbossiterapia nel combattere la fibrosi presente a livello del cuoio capelluto (impossibilità di muovere lo scalpo).

 

Il protocollo di lavoro prevede la sinergia della carbossiterapia con:

Needling o Oxyneedling:
Stimola le proteine presenti nella matrice extracellulare, la procedura determina la stimolazione del cuoio capelluto con un rullo munito di piccoli aghi d’acciaio chirurgico con contemporanea Propulsione di Ossigeno®. Viene così a formarsi un’abrasione locale in grado di favorire l’attivazione delle piastrine, primo elemento di riparazione per il nostro organismo.
Nel corso della procedura si osservano una serie di eventi: le piastrine liberano i fattori contenuti negli alfa-granuli; ciò favorisce ed accelera la riparazione e rigenerazione tessutale, stimolando la replicazione dei fibroblasti (cellule del derma) e delle cellule endoteliali (dei vasi sanguigni). La Propulsione di Ossigeno® consente la ridistribuzione delle fibre prodotte, determinando una scultura del derma.

PRP (Platlet Rich Plasma):
Il razionale di utilizzo del PRP nel trattamento dell’alopecia si fonda sul principio secondo cui le cellule staminali presenti nel bulbo del capello sono dotate di recettori per i fattori di crescita.
I fattori di crescita contenuti nelle piastrine sono in grado di stimolare le staminali dei bulbi piliferi ancora presenti, ma silenti o sofferenti, a produrre il capello.
Una metodica analoga è già applicata da tempo anche in campo odontoiatrico per favorire, attraverso il PRP, la ricrescita dell’osso attorno agli impianti, ma anche in campo ortopedico e dermatologico.

 


Ringiovanimento genitale:
Gli organi genitali subiscono nel corso della vita, cambiamenti fisiologici di forma e volume e cambiamenti funzionali. Nel campo della medicina estetica, il ruolo della carbossiterapia è di riossigenare e riattivare i processi metabolici e drenanti ce risultano rallentati nell’invecchiamento fisiologico. Il trattamento viene abbinato alle terapie classiche (sostitutive ormonali, tecniche di bioristrutturazione con amminoacidi, vitamine…) con lo scopo di rendere la parte più turgida e idratata e per ridare forma ai volumi persi.

Smagliature e cicatrici:
Nelle smagliature e nella cicatrici l’azione della carbossiterapia si ha soprattutto sulla vascolarizzazione periferica, che migliora fin dal primo trattamento, un maggior apporto di ossigeno grazie all’effetto Bohr, si ha localmente con un miglioramento della collagenasi, miglioramento della compattezza delle fibre, idratazione delle cellule, miglior fluidità delle membrane cellulari.
Si inietta la CO2 seguendo la lunghezza della cicatrice, bastano piccole quantità 1 volta a settimana per 15 settimane, diverso è il discorso per le smagliature, soprattutto se di grandi dimensioni e su persone non più giovani, qui le quantità aumentano fino ad 1 litro, si praticano diversi fori ed i periodi di trattamento si allungano dalle 15 alle 20 settimane.

 

     DERMATOLOGIA

Psoriasi ed Eczemi:
La psoriasi è una malattia cutanea infiammatoria, generalmente cronica, che si caratterizza per la comparsa di chiazze eritematose di colore rosso, infiammate, spesso ricoperte da squame secche con deviazione di colore tra il bianco e il grigio, ipercheratosi, fissurazioni e pustole. È stato scoperto che la stasi a livello del microcircolo potrebbe indurre/scatenare il processo infiammatorio psoriasico. Partendo da questo concetto, è stata introdotta la carbossiterapia come tecnica in abbinamento ai trattamenti tradizionali per le sue qualità di aumento di biodisponibilità di O2 nei tessuti. Si consigliano trattamenti bisettimanali per garantire uno stimolo intenso e un rapido miglioramento.

Piaghe, Ulcere, Ferite difficili:
Il trattamento delle ulcere con carbossiterapia va inteso come terapia complementare sia alle metodiche volte a gestire la lesione ulcerativa, sia a quelle mirate a risolvere la patologia alla base della lesione. Condizione comune alle lesioni ulcerative croniche cutanee, è la presenza di un quadro di ipossia tissutale che non consente la guarigione di tali ferite. I disturbi funzionali quali ischemia degli arti inferiori per una arteriopatia, ed organici (ulcere) sono quindi senza dubbio determinati dalla riduzione dell’apporto di ossigeno ai tessuti: diabete mellito e patologia ostruttiva ne rappresentano le cause più frequenti. La carbossiterapia determina un’aumentata biodisponibilità di ossigeno ai tessuti: per tale motivo il trattamento si è dimostrato efficace nel migliorare si ai disturbi funzionali che la cicatrizzazione delle ulcere. Un altro aspetto da non sottovalutare è la capacità della carbossiterapia di ridurre la sintomatologia dolorosa legata alla patologia ulcerosa e di migliorare, in caso di ulcere profonde, l’attecchimento dei lembi o innesti di cute. Il trattamento va pertanto indirizzato sia al miglioramento del macro circolo mediante la somministrazione di CO2 a livello dei tronchi vasali, sia del microcircolo, agendo in prossimità della lesione per migliorare il microcircolo e aumentare la disponibilità locale di ossigeno.

     FLEBOLOGIA

Stasi del microcircolo (media insufficienza venosa):
La carbossiterapia è abitualmente utilizzata in flebologia con ottimi risultati su stasi micro circolatoria e insufficienza venosa in quanto capace di riattivare la microcircolazione linfatica-arteriosa-venosa, alleggerendo il carico dei vasi sanguigni. Questo effetto è possibile solo grazie all’azione della CO2 che permette la riapertura per effetto meccanico dei capillari chiusi e la riattivazione di quelli mal funzionanti, l’aumento della percentuale di ossigeno nei tessuti, l’inversione del processo di accumulo di “scorie” dovuto all’alterazione del microcircolo in quanto iniettata localmente la CO2, svolge un’azione vasodilatatrice.

RLS (Restless Legs Syndrome):
Migliora la vascolarizzazione

Acrocianosi e malattie vascolari:
Le sindromi acrocianotiche più comuni sono la sindrome e il fenomeno di Raynaud. Non sottovalutando la possibile eziopatogenesi autoimmune di tali patologie, che necessitano in tal caso di terapie specifiche, la carbossiterapia può essere una valida terapia per il miglioramento del microcircolo e la riduzione dei sintomi (dolore, formicolio) e dei segni (cianosi, ovvero dita delle mani e dei piedi bluastre, estremità fredde) grazie alle proprietà vasodilatatrici che provocano un aumento del letto venoso e la riduzione del carico volumetrico e pressorio sulle vene insufficienti.

Impotenza sessuale maschile su base vascolare (disfunzione erettile):
Migliora la vascolarizzazione periferica, con un razionale valido come per tutte le patologie vascolari.

Vasculopatie periferiche (arteriose o venose):
Migliora la vascolarizzazione

Lesioni vascolari e Insufficienza venosa.
Razionale?

     ORTOPEDIA/MEDICINA DELLO SPORT/REUMATOLOGIA

L’applicazione del gas per via percutanea, può essere effettuata anche in ambulatorio medico, in questo caso il gas viene immesso nel tessuto sottocutaneo, intradermico o peritendineo attraverso sottili aghi.
Si usa un apparecchio collegato ad una bombola di CO2, medicale che permette l’erogazione di gas in modo controllato, programmabile in funzione delle resistenze incontrate nei tessuti del paziente.
Durante la somministrazione è evidente un “gonfiore” della cute, segno della notevole capacità di diffusione della CO2 cui segue un arrossamento con senso di calore, segno dell’attività vascolare del gas.
Sono numerose le indicazioni della carbossiterapia in ortopedia, fisiatria e medicina dello sport; giovamenti evidenti si apprezzano nei pazienti affetti da infiammazioni tendinee, peritendinee, infatti, la somministrazione sottocutanea di CO2 determina, già dalle prime sedute, un netto miglioramento della sintomatologia legata al dolore.

Diverse sono le indicazioni sanitarie, tipo:
Cervicalgia, lombalgie, vari disturbi muscolo scheletrici, artrosi, tendiniti, affezioni muscolari sono considerate condizioni per il quale SCI può essere indicata.
Alla insufflazione di anidride carbonica viene attribuita principalmente effetto analgesico, il meccanismo d’azione non è noto, anche se ci sono diverse teorie in merito, alcuni autori propongono che la analgesia osservata è il risultato di un aumento locale di sangue in sede sottocutanea (vasodilatazione periferica), altri ritengono che sia dovuto ad un aumento delle citokine antiinfiammatorie, alcuni studi invece mettono in relazione una stimolazione dei punti trigger come risoluzione del dolore.

Nel 1960 , Diji e Greenfield hanno riscontrato un relativo aumento della temperatura cutanea di circa 1,5°C in seguito all’inoculazione di CO2 in percentuale pari al rispetto al iniezioni di gas esilarante , aria o ciclopropano, se 50 % ( miscela di gas CO2/N2O ) o 100 % CO2 era stato insufflato per via sottocutanea.

Gli autori interpretano i loro risultati come prova di una specifica azione di vasodilatatrice propria della CO2.
Oggi, CO2 è ampiamente accettato come vasodilatatore naturale con proprietà locali.
I trattamenti dove i risultati sono più evidenti sono a livello delle piccole articolazioni come quella del polso e il gomito, quindi nel tunnel carpale, nelle epicondiliti ed epitrocleiti, dove la genesi del dolore è una scarsa vascolarizzazione dei tendini.

Tutte le patologie artroreumatiche, connettiviti e artriti deformanti delle mani e dei piedi sono trattate con successo con la carbossiterapia, compreso il reumatismo articolare acuto, artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica, tendiniti, tenosinoviti, miositi, algodistrofia.

Buoni risultati si ottengono nel trattamento dell’articolazione della spalla, soprattutto conflitto della cuffia dei rotatori per un miglioramento della vascolarizzazione dei tendini interessati dal conflitto.

Discorso a parte merita la colonna vertebrale, dove il miglioramento si ha soprattutto nel miglioramento della funzionalità muscolare, diminuisce infatti la contrattura muscolare, apportando più ossigeno alla muscolatura superficiale.
Quindi si presta per trattare la cervicalgia, lombalgie di varia natura e eziologia.

Nel ginocchio diversi studi sono stati fatti sul trattamento del dolore nelle condropatie femoro-rotulee, maggior apporto di ossigeno e vasodilatazione periferica, nonchè trattamento dei punti trigger.

Il trattamento delle tendiniti e peritendiniti, va fatto con un ago a 30-45 gradi a seconda della grandezza del tendine con insufflazione di modiche quantità di gas, per migliorare la perfusione vascolare e diminuire il dolore.
Buoni risultati fin dalla prima applicazione anche i tendini molto compromessi.

In tutte le problematiche di tipo muscolare che vanno dalla elongazione, stiramento, contrattura fino alla lesione come lo strappo muscolare, il trattamento con carbossiterapia va fatto con attenzione facendo prima una corretta diagnosi ecografica per valutare se è presente uno stravaso in atto.
Già dopo 24-48 ore, con ematoma consolidato è possibile iniziare il trattamento.

     PROTOCOLLI COMBINATI

Medicina estetica:

CARBOSSITERAPIA E PRP (terapia antiageing)
Un nuovo e interessantissimo impiego della carbossiterapia è la metodica che utilizza CO2 medicale e PRP.
Si dimostra eccellente per ridisegnare l’ovale del volto, per ridare turgore al collo e al decollété e per compattare la pelle delle braccia e gambe.
Associato alla tecnica FELC, è ottima per ridurre o cancellare le rughe del viso.
Con la sinergia tra la carbossiterapia e la rigenerazione dermica con fattori di crescita piastrinici e cellule staminali (PRP) si potenzia l’attività e si ottiene un risultato davvero straordinario.
Nella pelle viene iniettato il plasma ricco di piastrine che, opportunamente trattate, cedono i fattori di crescita e alcune cellule staminali nella zona intradermica dove attivano altre cellule staminali che innescano la rigenerazione della cute. Il trattamento viene poi integrato con delle micro iniezioni di CO2 nel derma.
Questo gas, secondo rigorosi studi scientifici, svolge una funzione antiageing, incentivando l’attività cellulare dei fibroblasti e agendo direttamente sulla struttura del derma oltre che promuovendo una benefica vasodilatazione, ripristinando il corretto flusso di sangue nelle aree asfittiche, aiutando l’attività dei fibroblasti e migliorando il processo di rigenerazione cellulare.
Il trattamento può provocare un leggero fastidio ma non necessita di alcuna anestesia. §È consigliata una seduta a settimana per un totale di otto/dieci trattamenti
.
Nel caso si associ anche la terapia con PRP, ogni 5 sedute di carbossiterapia, ne seguirà una con PRP.
Per effettuare questo lifting dolce si procede allo scollamento della ruga, inserendo il minuscolo ago alla profondità di circa un millimetro all’interno del derma e viene poi insufflata, in modo indolore, l’anidride carbonica che per alcuni secondi gonfia l’area trattata.
Viene così creato un enfisema superficiale che viene riassorbito in pochi attimi, con il risultato dello spianamento della ruga.
In pratica si lavora direttamente sulla ruga per colpire l’inestetismo in modo perfettamente mirato.
Nela seduta di circa 30 minuti, vengono trattati viso, collo, decollété e mani.
A questo trattamento può essere abbinato il filler che risulta essere più efficace anche in termini di durata perché agisce direttamente sulla struttura di sostegno.
Per un cambiamento profondo del volto sono sufficienti 3-4 trattamenti, ma è importante terminare la cura urto iniziale di 8-10 sedute per stabilizzare i risultati e renderli duraturi nel tempo.

L’indicazione di mantenimento è variabile a seconda dell’età del paziente, ma la media suggerita è di una seduta mensile.

CARBOSSITERAPIA E FILLER.
CARBOSSITERAPIA E FILI DI BIOSTIMOLAZIONE.
CARBOSSITERAPIA E FILI DI SOSTEGNO.
CARBOSSITERAPIA E PROPULSIONE DI OSSIGENO.
CARBOSSITERAPIA E PEELING.
CARBOSSITERAPIA E PLASMA FREDDO.
CARBOSSITERAPIA E RADIOFREQUENZA.
CARBOSSITERAPIA E CAVITAZIONE.
CARBOSSITERAPIA E CRIOTERAPIA.
CARBOSSITERAPIA E ONDE D’URTO.
CARBOSSITERAPIA E LIPOSUZIONE.

 

N.B. Il numero delle sedute indicate è soggettivo poiché dipende strettamente dalle condizioni del paziente e dalla risposta individuale.

 

CARATTERISTICHE TECNICHE GENERALI DI VENUSIAN CO 2 THERAPY

Alimentazione

230 Vac - 50/60 Hz

Potenza massima assorbita

80 VA

Fusibili

2 x T2 A

Pressione del gas Co2 in ingresso

3,0 bar ± 0,5 bar (300 kPa ±50 kPa)

Flusso erogabile

Da 10 ml/min a 150 ml/min

Tempo di trattamento

Da 1 a 99 minuti

Indicazione del volume erogato

Da 10 ml a 14.850 ml

Dimensioni

520 x 540 x 250 mm

Peso

6 Kg

Classe di sicurezza elettrica

I B

 

 

AUTORIZZAZIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE N. 520941/R NORMATIVE DI RIFERIMENTO

 

La società Maya Beauty Engineering dichiara che l’apparecchiatura Venusian è un dispositivo medico in classe di rischio IIb ed è conforme alle direttive:

• Direttiva 93/42/CEE, pubblicata su GUUE L.169 del 12/07/1993ù
• Direttiva 2007/47/CE, pubblicata su GUUE L.247/21 del 21/09/2007

     FAQ

 

È possibile sottoporsi a trattamenti di Carbossiterapia dopo aver fatto iniezioni di botulino?

Si consiglia di eseguire il trattamento di carbossiterapia dopo almeno 2 settimane dal botox e 1 mese dal filler.
La sinergia tra le due metodiche non è assolutamente controindicata, si consiglia però di eseguire l’iniezione di filler o botulino, dopo aver effettuato il trattamento di carbossiterapia;
nel caso del botulino, se la carbossiterapia, che provoca una vasodilatazione, viene eseguita nei primi giorni dopo l’inoculo della tossina, potrebbe favorirne la migrazione, con possibile coinvolgimento di muscoli che invece normalmente non sono coinvolti nel trattamento.
Inoltre, essendo un efficace trattamento anti age, il quantitativo necessario di sostanze iniettabili sarà inferiore e comporterà quindi anche un notevole vantaggio per medico e paziente.

 

Potrebbe favorire la formazione di radicali liberi?
Un trattamento a base di CO2 comporta rischi?

La CO2 viene riconosciuta dal corpo come elemento naturale, in quanto prodotta e smaltita continuamente dall’organismo.
Inoculare CO2 non comporta rischi, stimola invece una reazione naturale di aumento circolatorio, volto all’eliminazione dell’eccesso di CO2 presente nei tessuti (causato volontariamente con il trattamento).
Questo aumento porta con se una maggiore ossigenazione dei tessuti e una ritrovata funzionalità circolatoria che permette il ripristino delle attività tessutali e fisiologiche stimolate con il trattamento.

 

La carbossiterapia è un valido complemento alla mesoterapia? Ne può costituire un’alternativa?

La carbossiterapia rappresenta un ottimo complemento alla mesoterapia perché ne potenzia gli effetti. Può però anche costituire una valida alternativa, proprio per le sue azioni (sulla circolazione, sulla pelle e sugli adipociti), nonchè per i pazienti agofobici, in quanto la metodica prevede pochi punti di inoculo.

 

Come viene prodotta la CO2?

L’apparecchiatura viene venduta con una bombola carica di CO2, dotata di tutti i necessari sistemi di sicurezza e di regolazione del gas. Un tecnico specializzato provvederà all’installazione del dispositivo e alla formazione sull’utilizzo e la gestione della bombola.

 

Quanto dura il trattamento?

Il trattamento dura pochi minuti, il tempo necessario per inoculare una quantità sufficiente di gas nei tessuti, è indolore e non necessita di tempi di recupero. Il numero di sedute solitamente si aggira intorno alle 10 con cadenza settimanale o bisettimanale.

 

Il trattamento prevede la veicolazione di principi attivi?

Il trattamento di carbossiterapia prevede l’inoculazione di anidride carbonica sottocute tramite piccoli aghi.
Non viene iniettato né veicolato nient’altro. La sola azione della CO2 è sufficiente ad innescare nel tessuto e a livello circolatorio dei processi di recupero che portano alla cura di diverse patologie che interessano i più diversi ambiti (dall’insufficienza venosa alla riduzione di adiposità localizzata e rughe evidenti).
Tutto questo avviene grazie alla profonda riossigenazione dei tessuti e al ripristino circolatorio, provocati da un aumento anomalo per il corpo di CO2.

 

Ha controindicazioni?

L’apparecchiatura in quanto dispositivo medicale che sfrutta l’azione di un gas, ha delle (seppur minime) controindicazioni che devono essere tassativamente rispettate onde evitare possibili effetti collaterali.
Esse sono comunque indicate in modo chiaro nei protocolli applicativi per dare la possibilità all’operatore in fase di anamnesi di riconoscere eventuali impedimenti al trattamento e proporre soluzioni alternative come ad esempio utilizzo di altre tecniche complementari.
Uniche controindicazioni assolute sono: enfisema polmonare, BPCO, gravidanza e allattamento.



È semplice da impostare?

L’apparecchiatura è dotata di diversi programmi preimpostati che permettono semplicemente di variare la temperatura in uscita del gas per ottimizzare il trattamento in termini di sopportabilità ed efficacia.
Un dettagliato protocollo di lavoro associa ad una determinata patologia il programma ottimale da utilizzare in quanto il dosaggio della temperatura del gas è fondamentale per ridurre la dolorabilità del trattamento.
L’apparecchiatura è assolutamente intuitiva e semplice da impostare ed è provvista di un sistema di sicurezza che non permette l’uscita del gas in caso questo non abbia ancora raggiunto la temperatura desiderata e di un sistema di pulizia dei filtri e degli accessori che impedisce che qualunque altro elemento possa erroneamente essere veicolato con la CO2.

 

È trasportabile?

L’apparecchiatura è corredata di carrello con un apposito spazio per la bombola e/o di una borsa predisposta che ne consente un facile trasporto anche tra diverse strutture.

 

Necessita di molta manutenzione?

Oltre alla sostituzione delle parti deperibili o monouso, l’unica cosa che necessita di manutenzione è la bombola. Tutte le informazioni in merito verranno fornite da un tecnico specializzato della casa produttrice della bombola stessa.


Ci sono specifiche norme igieniche da seguire durante i trattamenti e la pulizia della macchina?

È assolutamente necessario rispettare tutte le normative igieniche relative al cambio di aghi e materiali di consumo e impostare le operazioni di pulizia che l’apparecchiatura è predisposta ad effettuare.

 

I risultati sono immediati?

Nell’immediato post trattamento è possibile vedere una reazione relativa alla riossigenazione dei tessuti e al forte stimolo circolatorio indotto. Per vedere però un importante cambiamento strutturale è necessario attendere qualche seduta.
È inoltre molto importante completare il ciclo di trattamenti eseguendo il numero di sedute consigliate, per garantire la stabilità e la durata dei risultati ottenuti.

 

A quale profondità penetra la CO2?

La CO2 penetra in sede intradermica o sottocutanea, in relazione all’inclinazione dell’ago.

 

Chi può sottoporsi al trattamento?

Può sottoporsi al trattamento chiunque sia esente dalle controindicazioni indicate nei protocolli di lavoro e che corrisponda al profilo terapeutico, senza distinzioni di sesso o età.